Salvo L'Amore
Queste 120 pagine narrano la straordinaria storia di Salvatore Caserta, un coraggioso carabiniere di 55 anni che vince ogni giorno la sfida più difficile della sua vita: la battaglia con la SLA, malattia degenerativa del sistema nervoso di cui sono vittime in Italia circa 4000 persone, private gradualmente di ogni movimento. Dietro le sbarre c’è la sorpresa dell’anima di un uomo libero: di pensare, sperare, ispirare e testimoniare. La bellezza di scoprire che si tratta dell’uomo della porta accanto – potresti essere tu… potrei essere io – accompagnato da valori veri e da un filo conduttore che unisce i giorni e gli incontri: la fede, la speranza e l’amore. È un racconto che mostrerà il potere terapeutico della preghiera personale e comunitaria, nel dolore più profondo, nel dramma, scoprire Qualcuno che ti porta in braccio – Gesù sulla croce – e ti accompagnerà sempre. Ti mostrerà la vita eterna dove il corpo lascia spazio allo spirito che è libero, supera la prigione della malattia e ci prepara per ciò che saremo. Diventa l’immagine commovente del sogno di Salvatore con cui si conclude il racconto: correre liberi con la persona amata in riva al mare… La SLA, inguaribile ma non incurabile, è trasformata in un acronimo, Salvo L’Amore: un libro che può ridonare speranza a quanti temono di averla perduta.
Biografia
Mi chiamo Salvatore (Salvo) Caserta. Sono un brigadiere dei Carabinieri malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) da 9 anni. In questi anni ho vissuto quotidianamente con questa triste realtà, ho dovuto imparare a confrontarmi con alcuni aspetti emozionali propri di questa malattia; scatti di rabbia, paura, sconforto e rassegnazione. È certamente un dato di fatto che la SLA fa paura a tutti, le persone che ne hanno sentito parlare non conoscono le cause, i sintomi e le possibili cure. Per affrontare tutto questo ho un angelo custode: mia moglie Milena. Con lei ho intrapreso un cammino animato da un dono speciale, divino. Infatti nel mio cuore è entrata la fede in Dio che mi permette, nonostante tutto, di ringraziare tutti i giorni Gesù per la compagnia che mi conforta.
Perché un libro? Con questo gesto voglio trasmettere la carezza e l’amore che mi nutre, un amore che mi aiuta a non sentirmi solo nel combattere questa terribile malattia, che io chiamo “la ladra”, perché mi ruba piano piano tutte le capacità del corpo, lasciandomi una mente che senza questo amore sarebbe vuota.